Commento al Vangelo del giorno Mt 13,31-35 - "Il tesoro"
Mt 13,44-52:
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Il capitolo 13 della testimonianza della comunità di Matteo contiene 7 parabole ( il seminatore, la zizzania, il granello di senape, il lievito, il tesoro, la perla, la rete).
Molto spesso alcuni ministri predicano questa parabola in modo errato facendoci entrare la politica e dicendo se voto questo o quello sei fuori dalla rete di Dio e finirai all'inferno, oppure se ti sposi, ti divorzi e ti risposi o se abortisci perché il tuo futuro figlio nascerà con malformazioni varie e non hai le forze necessarie a tirarlo su e accudirlo e no per carità sei dannato, e se sei omosessuale sei un fuori dalla chiesa di Dio perché non puoi sposarti con la persona che ami. Quante volte abbiamo sentito ste cose da alcune chiese?
Il messaggio di questa parabola è un appello a vivere con discernimento, a distinguere con cura il bene e il male. Qualche versetto prima ce lo anticipava con il grano buono e la zizzania. Il cristiano adulto vive la sua fede alla luce degli insegnamenti di Cristo e non seguendo dogmi inventati da Chiese che hanno perso il punto di riferimento e si ergono sul piedistallo delle loro poltrone gonfiate di porpora rossa e sete bianche. Siamo noi che siamo alla sequela del Cristo la voce del Padre Madre, la voce del Figlio che ci viene suggerita dal Santo Spirito. Noi dobbiamo essere in grado di dire questo è buono e questo è cattivo, ma non è cattivo l'omosessuale, ma lo è chi abusa di bambini e continua a presiedere l'Eucaristia con il beneplacito dei suoi vescovi, non è dannato chi si riaccompagna e magari si risposa perché l'amore con l'ex partner è finito, ma è cattivo chi compie violenza e femminicidi.
La fede non è la fuga dalla realtà e le liturgie piene di incensi, ma è cercare di discernere, scegliere il bene in presenza del male che troviamo in noi, nelle nostre comunità e fuori di noi. Se cerco di vivere l'amore verso i più deboli in un mondo in cui spesso dilagano l'indifferenza, l'emarginazione e il disprezzo, se reagisco davanti alla cultura della guerra e non mi rassegno al silenzio o alla lacrimuccia davanti al televisore di fronte alle quotidiane stragi di innocenti, allora raccolgo l'invito della parabola, se lotto per le cause sociali allora metto in pratica l'insegnamento del Cristo.
Qui si tratta di un uomo che s'imbatte in un oggetto che si rivela un tesoro che cambia la sua vita. Il campo della vita è terreno, è la strada che ci presenta Dio incarnato nei drogati, nelle prostitute, nei barboni, negli omosessuali sbattuti fuori casa, ci 4regala quegli incontri e quelle esperienze che cambiano la nostra vita, come quella di p. Massimiliano Biancalani o di p. Luigi Ciotti, i preti di strada come mi piace chiamarli, quelli che stanno in mezzo alla gente, in mezzo alla società bisognosa. Qui conta la capacità di vedere, di riconoscere il tesoro che come dicevamo ieri non è in uno scrigno ma in un contenitore fragile. Dio ci offre ogni giorno questo tesoro, siamo noi che dobbiamo accorgerci di ciò senza voltarci dall'altra parte. Dio ci viene incontro attraverso le gioie, i dolori di ogni giorno, le persone, le esperienze. Se nella mia vita non ci accorgiamo del tesoro rischiamo di girare attorno a noi stessi e alle nostre inutilità.
La perla di grande valore, che cambia radicalmente la vita di quest'uomo che lo coinvolge nel "regno di Dio" viene trovata dopo una ricerca estenuante, ma entusiasmante. Quando per stanchezza o presunzione ci fermiano nel "cercare il volto di Dio", il tesoro che ogni giorno si rinnova su questa terra e smettiamo di vivere sulla vi delle beatitudini, la fede diventa una pratica religiosa dove non è più presente Dio. Ma per noi la fede nel Dio di Gesù è davvero il tesoro oppure è un'abitudine nell'aprire la bocca a ripetere come pappagalli il padre nostro e altre suppliche a santi e madonne senza aver capito che Cristo è l'unico mediatore tra noi e Dio?