Commento al Vangelo del giorno Mt 9, 9-13 - "Misericordia voglio"
Mt 9, 9-13: In quel tempo, mentre andava via, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: "Misericordia io voglio e non sacrifici". Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori».
In Matteo possiamo assistere al famoso discorso della montagna in ben tre capitoli: il 5, il 6 e il 7. I capitoli successivi, l’8 e il 9, invece sono stati scritti dalla comunità di Matteo per mettere in luce e darci un esempio di cosa vuol dire mettere in pratica gli insegnamenti del Cristo. Infatti vediamo un Gesù che accoglie. Chi?
- i lebbrosi: quelli che sono allontanati dalla nostra società perché etichettati diversi. Quelli che hanno rinunciato ad avere la propria libertà e stanno ancora sotto il potere di chiese che li esclude facendogli credere che sono impuri e di conseguenza esclusi dall'amore di Dio. Ma egli ci crede, si rassegna, non lotta.
- gli stranieri: quelli che lasciamo morire in mezzo al mare o in mezzo alle guerre. Quelli che la nostra società razzista non solo li critica, ma li ammazza solo perchè hanno la lingua e la pelle diversa dalla nostra.
- le donne: quelle vittime della violenza maschile e quelle vittime di violenza velata di alcune chiese maschiliste che con i loro dogmi e regole inventati relegano le donne al silenzio e a fare le servette dei parroci. Nelle nostre comunità le donne sono da valorizzare per quello che sono, per le loro conoscenze e il loro apostolato perché anche loro danno testimonianza del Cristo risorto. Non a caso nei vangeli le donne sono le prime discepole del Cristo e annunciatrici della risurrezione.
- i ciechi e i sordi: quelli che non riescono a percepire la realtà, perché offuscati da tante cose superflue (rosari, mille riti e preghiere, statue, madonne) e vivono nel buio e nel silenzio dell’ignoranza, non capiscono, talvolta anche per loro stessa volontà che non vogliono aprire gli occhi e le orecchie del cuore alla Parola. Essi sono chiusi completamente nel loro mondo. E in cosa consiste la guarigione del Cristo: far capire ciò che impedisce la piena comprensione, il discernimento, la ricerca della verità.
- gli indemoniati: quelli che vivono una vita che non è più loro, che sono posseduti dal superfluo che li condiziona completamente. Per loro è più importante incensare altari, pregare madonne e sgranare i rosari anzichè alzarsi le maniche e mettere in pratica gli insegnamenti del Vangelo nel putrido della nostra società. Sono quelli che vivono all'ombra del potere religioso perdendo la propria identità e libertà fino a parlare con il noi. E quindi abbiamo i bramosi di potere, quelli che lo esercizio e quelli che ci stanno sotto il potere, la bramosia della ricchezza, le dipendenze psicologiche e fisiche e le ambizioni. Ed è qui che Gesù interviene per indicarci la strada del cacciare via dalla nostra vita ciò che è inutile per seguire la Parola.
La Parola del Cristo è tagliente, divide, distrugge le norme, le regole, gli usi e i costumi di una religione oppressiva che esclude e divide le persone da Dio. Ci esplicita chiaramente qual è la caratteristica principale di chi vuole mettersi alla sua sequela: il coraggio. Ed ecco che la chiamata a seguire Gesù è rivolta a chi è veramente coraggioso guardando in basso, ovvero pescatori, gente di bassa condizione sociale, giudei, pubblicani, farisei. Oggi vediamo la chiamata di un pubblicano che negli altri vangeli si chiama Levi, la comunità di Matteo lo chiama proprio con Matteo che significa dono di Dio. E anche quest’uomo molla tutto per mettersi alla sequela di Cristo. Seguire il Vangelo significa rompere con la vecchia vita, rompere con ciò che è superfluo. Ma la comunità è quella che deve offrire spazio a tutti come ci viene raccontato oggi nel brano che ci mostra un Gesù che si mette a tavola con pubblicani e peccatori nella stessa casa, attorno allo stesso tavolo e spezza il pane.
Certo ai giudei era proibito sedersi a tavola con i pubblicani e con i peccatori, ma Gesù non segue questa regola. Oggi, certo agli appartenenti di alcune chiese non è consentito sedersi a tavola con divorziati, risposati, persone lgbt, teologi scomodi ai poteri ecclesiali, preti che si innamorano. Altre chiese, ormai la maggior parte non seguono queste regole. Anzi, Gesù fa amicizia con loro e le altre chiese accolgono il suo messaggio. I farisei, vedendo l’atteggiamento di Gesù, chiedono ai discepoli: "Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?" E la risposta arriva istantanea: Misericordia voglio e non sacrifici. "Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. L’altro è tratto dalla Bibbia: “Imparate, quindi, cosa significa: Misericordia voglio, e non sacrifici”. A buon intenditore, poche parole!