Primo giorno in India...
Delhi, Novembre 2018
L'impatto è stato lieve. Sarà per l'ora, per la pioggia che ieri ha rinfrescato un po' l'aria di Delhi, per la lontananza dell'aeroporto dall'umanità indiana.. ma la puzza, l'umidità, i clacson e il traffico paiono gestibili. Era pronta al peggio..!
E poi, come per magia, si gira un angolo, si attraversa un incrocio, poi ancora una svolta... il centro di Delhi, eccolo!
Avevo detto gestibili!? Napoli, i clacson e la sua sporcizia. Ma cosa ci hanno fatto credere?! Noi non abbiamo la minima idea di quanto possano essere davvero esasperate queste condizioni. Buffi che siamo a credere di essere i più chiassosi e cialtroni. Fate un giro da queste parti.
Non c'è un istante, da quando metti fuori piede dall'hotel, in cui si possa percepire il silenzio. Qui si suona il clacson per avvisare della propria presenza sulla strada, per anticipare un sorpasso.. e meno male. Già così, guardandosi intorno, ci si chiede come sia possibile che le strade non siano piene di corpi, motorette, bici e tuk tuk a terra. Figuriamoci se non pigiassero continuamente quel bottone.
Affascinante trovo sia come l'umanità qui si mescoli... in maniera tanto naturale quanto sconvolgente. Un uomo pelle e ossa respira a fatica e fa l'elemosina accartocciato sul marciapiede, accanto a un giovane che, incravattato e tutto impettito, sbraita minaccioso al suo smartphone. I soldi che quest'ultimo ha speso per le scarpe che indossa sicuramente l'anziano signore non li ha visti in tutta la sua vita e probabilmente nemmeno riesce a quantificarli.
Che giornata! L'immagine dell'India sognata e idealizzata in tutti questi anni mi si è materializzata davanti, senza che nemmeno me ne accorgessi. Se per un secondo ho pensato fosse tutto molto enfatizzato ed esasperato in occidente, l'istante dopo ero seduta su un rickshaw guidato da un anziano signore, con accanto bancarelle, polli, uomini sdraiati a terra, cani in cerca di cibo, capre, motorette con a bordo 4 o 5 persone che al posto del casco hanno optato per un colorato turbante sikh, bambini scalzi con i piedi immersi nel fango e nell'immondizia.. gli occhi pieni di immagini, il cuore in mille pezzi. Ma solo il mio.. il loro batte al ritmo dei clacson e dei polli che scorrazzano di qua e di la. Sembra la perfetta scenografia di un documentario di informazione sul degrado dell'umanità.. ma è solo vita che scorre, incessante.
Meraviglia!
Giulietta