Un'introduzione alla psicologia dell'adolescenza si può fare leggendo cosa pensa dei giovani il famoso filosofo Aristotele nel suo Retorica.
“I giovani sono inclini al desiderio e portati a fare ciò che desiderano (…) vivono la maggior parte del tempo nella speranza; infatti la speranza è relativa all’avvenire…e per i giovani l’avvenire è lungo ed il passato è breve…non sono di cattivo carattere, ma di buon carattere, perché non hanno ancora visto molte malvagità, e sono facili a convincersi perché non sono ancora stati ingannati molte volte. E sono facili a sperare…anche per il fatto che non hanno ancora subito molti insuccessi. E sono magnanimi perché non sono stati ancora umiliati dalla vita…preferiscono compiere belle azioni piuttosto che azioni utili, poiché essi vivono più secondo il loro carattere che non secondo il
calcolo; e sono amanti della vita in comune.. e peccano sempre per eccesso e per esagerazione; essi infatti fanno tutto con eccesso: amano all’eccesso, odiano all’eccesso”. Essi credono di sapere tutto e si ostinano al proposito; questa è appunto la causa del loro eccesso in tutto. E anche le loro ingiustizie sono compiute per eccesso oltraggioso, non per malvagità. E sono inclini alla pietà, poiché immaginano tutti onesti e migliori di quanto siano; (…). E sono amanti del riso e buontemponi; infatti la giocondità è un eccesso temperato dall’educazione. Tale è dunque il carattere dei giovani.
Aristotele (tratto dalla “Retorica”)
La Retorica è una delle opere di Aristotele, composta dal filosofo per essere studiate dai suoi discepoli. Il libro raccoglie le riflessioni relative alla retorica sviluppate da Aristotele nel corso della propria esistenza. È costituita da tre libri: nel I illustra la figura dell'oratore, nel II parla del pubblico, mentre nel III si occupa del discorso vero e proprio.