Commento al Vangelo del giorno Gv 14,1-6 - "Io sono la via, la verità e la vita".
Gv 14,1-6 (traduzione CEI 74):
1«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 3quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 4E del luogo dove io vado, voi conoscete la via». 5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». 8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse. 12In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.
L'annuncio del tradimento fa nascere un caos tra la comunità e Gesù capendo il problema cerca di incoraggiare tutti. «Non sia turbato il vostro cuore”, “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me”, abbiate fiducia che la prova si supera, tutte le problematiche si superano. La cosa più assurda se ci pensiamo è che lui viene accusato di bestemmiare e viene visto come un nemico di Dio, mentre in realtà è proprio lui quel “Io sono”.
Ma la cosa che stupisce di più è la frase “Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore”, non si riferisce al dopo, ma all’oggi, le tante dimore sono i nostri cuori, le nostre menti, le nostre comunità, le nostre chiese di carne. Qui vi è il bisogno di sbocciare come comunità, vi è bisogno di annunciare, quell’andare per le strade di tutto il mondo, di rendere visibile la resurrezione, il pane di vita, la possibilità di una nuova rinascita, l’amore, il perdono e la misericordia. Gesù non va a preparare chiese di mura, ma figli di Dio, ovvero quel Dio che si incarna ogni volta che nasce un bambino.
“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà, e noi verremo a lui, e faremo dimora presso di lui”, quindi ogni individuo che annuncia la Parola e la mette in pratica è il vero e autentico santuario di Dio, dove egli abita, dove abita l'amore. Qui si rende evidente che Gesù è totalmente inserito nella pienezza divina che non è più un’esclusività, perchè lui ci ha detto come fare per poter essere anche noi nella totalità e pienezza divina. “E del luogo dove io vado, conoscete la via»” e ce lo conferma con questa frase che l’unica via che ci ha insegnato e che ora conosciamo è quella dell’amore che si fa evidente nel servizio.
Ciò mette in allarme tutti i discepoli e principalmente tre di loro, e guarda caso ritorna la pienezza, la completezza, Tommaso, incredulo gli chiede: “«Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?»”. Ma Gesù risponde con quel “«Io sono la via, la verità e la vita”. Fermiamoci su questa frase, quante volte ha detto che l’unica strada da percorrere è quella dell’amore? E qui gli rende evidente che seguendo le sue Parole, la via, si avrà sempre la verità; Una conditio sine qua non nell’essere la verità perchè è la via, indicata per raggiungere la vita, ovvero la rinascita. “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, nessuno potrà arrivare a Dio, nessuno sarà nella pienezza totale e divina se non avrete ascoltato e messo in pratica la mia Parola. “Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto” ed ecco che ricalca il suo servizio perché Cristo lo (ri)conosceremo ogni volta che ci piegheremo la schiena a dare una mano al nostro fratello e lì troveremo Dio in carne e ossa.
E non manca chiaramente il Filippo della situazione che replica con quel «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire:“Mostraci il Padre”?”. Grande affermazione di Cristo che conferma nuovamente il suo legame stesso e indissolubile con Dio. Ma attenzione che Gesù non è uguale a Dio, ma Dio è uguale a Gesù, e questo ci viene spiegato persino dal prologo della testimonianza di Giovanni. Quindi in Gesù, come lui stesso ci indica con quella frase di risposta a Filippo, si identifica nuovamente con strada unica per riconoscere Dio nell’atto del servire per amore. “Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere”. La Parola, Pane di Vita salvifica, sono la rivelazione e manifestazione più evidente di Dio e della sua creazione/rinnovamento. Cristo è venuto a far nuove tutte le cose, a portare a compimento la legge con il comandamento dell’amore, a rivelarsi come una manifestazione di Dio attraverso la sua Parola e il suo servizio. Solo nella debolezza quando ci pieghiamo verso il nostro fratello in difficoltà riusciamo a scorgere e riconoscere Dio. La tangibilità e concretezza delle opere sono molto ma molto più importanti di tante liturgie e dottrine inutili. Le opere a favore dell’uomo, in senso generico dell’essere umano, sono l'unico modo per vedere Dio. Non serve fare gli eroi e rischiare la vita, serve concretizzare la nostra vita al servizio, anche solo con un sorriso rivolto al nostro vicino. E di nuovo il suo affermarsi solennemente e definitivamente con “In verità, in verità io vi dico:”. “chi crede in me”, ovvero chi si mette dietro di me e chi si mette al servizio come ho fatto io, “chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio”, quindi chi compie azioni che comunicano vita. Tutti quanti siamo in grado di farle e le moltiplicheremo con la divisione, ovvero quello spezzarsi come ci dice Cristo nel cap. 6 di Giovanni. Gesù avverte poi che la sua morte non sarà un'assenza, ma una presenza ancora più intensa e ricongiungendosi al Padre sarà per noi un monito nel seguire la via da lui indicata.
Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio niente gli manca.
Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta
- Teresa D'Avila