Commento al Vangelo del giorno Gv 13,16-20 - "Un servo non è più grande del suo padrone".
Gv 13,16-20 (traduzione CEI 74):
16In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. 17Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. 18Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno. 19Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono. 20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Bene eccoci di nuovo su Giovanni. Ma questa volta siamo nella stessa sala della lavanda dei piedi.
Se partiamo dall'inizio del cap 13 e arriviamo fino al cap 17 di Giovanni notiamo che il vangelo è una conversazione molto densa di Gesù che si rivolge ai discepoli durante la sua ultima cena. E anche qui si intrecciano le parole di Gesù con le parole della comunità di Giovanni. È molto caratteristica questa parte rispetto ai vangeli sinottici.
Gesù ha quindi questa lunga conversazione amichevole con i suoi. Gesù ha voluto creare quel dialogo con gli amici proprio come le nostre conversazioni. Attenzione che molte delle nostre conversazioni sono senza ne capo ne coda, sono superficiali, ci danno evidenza della pochezza delle persone, anche nostra. Qui Gesù entra in profondità, entra nel cuore dei suoi e se ci facciamo attenzione leggendolo entra come una lama in modo soave e dolce nel nostro cuore e che rimane impressa.
Quante volte anche noi abbiamo bei momenti che rimangono indelebili nel cuore e nella mente?
I primi versetti del capitolo dal primo al quindicesimo ci raccontano la lavanda dei piedi. Parla chiaramente del servizio che è la caratteristica fondamentale di chi è alla sequela di Cristo e conseguentemente il nostro esser pronti nell’accettare Gesù come Servo, nell'accettare un Dio folle, totalmente diverso da ciò che ci è stato dipinto nell'antico testamento.
Il servo non è più grande del suo padrone. Gesù ha appena terminato di farsi servo dando l'esempio, quel lavare i piedi è il segno del servizio. Pietro si impaurisce e storce il naso, fa un po' i capricci come fanno i bambini. Gesù risponde “Se non ti laverò, non avrai parte con me” ovvero accetta la realtà di un Dio servitore e fatti servo. Se non accetterai di vedere l'evidenza di un Dio nuovo, rinnovatore delle Scritture e dei cuori, non potrai capire e sarai tra quelli che non mi accettano e che pensano a blaterare e star chiusi nei palazzi. Se accetterai questa strada che ti sto indicando allora sarai tra quelli che sono alla mia sequela.
Ricordo sia i capi dei sacerdoti sia la folla compresi alcuni discepoli, fanno fatica ad accettare questa condizione di Dio. Ma soprattutto accettare di farsi servo per gli altri ripercorrendo la concretezza del comandamento dell'amore. E ancor di più loro non volevano sentir parlare di un Dio perché avevano classificato Gesù come un possibile ribaltatore della situazione politica.
E Gesù taglia le gambe ai suoi con quella frase premonitrice di ciò che accadrà: "Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma si deve adempiere la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha levato contro di me il suo calcagno!” Giovanni si riferisce a chiare lettere al tradimento annunciato nel brano che abbiamo letto.
"Ve lo dico fin d’ora, perché crediate che IO SONO". E rieccolo a identificarsi come una cosa sola con il Padre a manifestare la sua condizione divina.
Torniamo indietro, nell'antico testamento, nella liberazione dall’Egitto, ai piedi del Monte Sinai “Io sono colui che sono” mentre il nome Yahvé ci da la certezza assoluta della presenza liberatrice di Dio. Ma quest'occasione è stata persa all'epoca dai vostri padri. Gesù è la presenza concreta di Dio in mezzo a noi, fattosi uomo, e di conseguenza se saremo in grado di farci pane spezzato anche noi saremo presenza di Dio.
E ora le domande aperte della nostra riflessione. Questa volta le risposte datele voi.
Come facciamo della vita un servizio agli altri?
Gesù è stato in grado di convivere con le persone che non lo accettavano e noi siamo e saremo in grado di farlo?