Commento al Vangelo del giorno Mc 12,35-37 - "Il figlio di Davide"

continuazione di Mc 12, 28-34 - "Amo davvero?"

Mc 12,35-37 (traduzione CEI 74):
35Gesù continuava a parlare, insegnando nel tempio: «Come mai dicono gli scribi che il Messia è figlio di Davide? 36Davide stesso infatti ha detto, mosso dallo Spirito Santo: Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi. 37Davide stesso lo chiama Signore: come dunque può essere suo figlio?». E la numerosa folla lo ascoltava volentieri.

La comunità di Marco dice “E nessuno osava più interrogarlo” dopo tutto ciò che Gesù aveva insegnato e dopo aver dato una bella bastonata a chi voleva ingannarlo per arrestarlo. Se ricordiamo nel vangelo dell'altro ieri, Gesù criticava la dottrina dei sadducei e oggi l'insegnamento dei dottori della legge puntando il dito sul loro operato nei confronti della gente. Ma Gesù non si perde d'animo ma si rivolge proprio alla folla nel tempio, invitando a conoscerlo per scoprire la sua identità con Dio. Pensiamo che la tradizione giudaica, i dotti della legge e la propaganda ufficiale di chi governava quei territori, dipingeva il messia come l'uomo che doveva essere un discendente di Davide e Gesù lascia a bocca aperta tutti con quella domanda "Come dunque può essere suo figlio?" 

Gesù invita tutti a staccarsi dalla tradizione e dalle leggi come abbiamo ultimamente commentato perché lui non è venuto per cambiare la situazione politica dell'epoca come credevano i tanti della sua epoca, ma quella della salvezza della nostra vita. E Gesù cita il salmo 110 guarda caso di Davide: "Il Signore disse al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi!".

L’uomo quindi deve dare la possibilità a Dio di entrare nella sua vita e di lasciarlo operare nel nostro intimo, farci suggerire qual è la via che ci sta indicando per la felicità. L’episodio degli scribi e dei farisei che abbiamo letto è il volere della comunità di Marco di mettere un taglio, una rottura netta tra Cristo e questa classe sociale. La risurrezione di Gesù infatti è la luce che Dio ha voluto darci e che illumina di punto in bianco il passato e facendo capire l'Antico Testamento in cui mancava la luce. Loro cercavano nell'AT le parole per esprimere la nuova vita che stavano vivendo in Cristo. Infatti troviamo proprio nell'AT la maggior parte dei titoli attribuiti a Gesù: in Salmi vediamo scritto il Messia, in Deuteronomio e in Ezechiele il Figlio dell'Uomo, in Salmi e in Salomone vi è in Figlio di Dio, in Isaia Servo di Yavè, in Isaia, Salmi e Rut il Redentore e infine Signore in tutti i libri che compongono l'AT. Tutti i grandi temi dell'AT sfociano in Gesù e trovano in lui la loro piena realizzazione.