Settimo giorno in India...

Pushkar, Novembre 2018

Un'antica credenza indù vuole che solo per poche settimane all'anno sia consigliato il matrimonio. Nei restanti mesi gli Dei riposano o sono impegnati in altre incombenze, senza poter così garantire benedizione e protezione ai giovani sposi. La fortuna è stata capitare da queste parti esattamente per il loro risveglio. Le strade straripano di carri adattati a orchestra, musica, lanterne decorate, preziosi sari colorati e turbanti ocra e arancio. L'apparenza é quella di una festa universale. La verità.. un incantevole inno alla vita. Eccoci di nuovo in marcia. Direzione Pushkar, una delle città sacre dell'India. Ad attenderci la più importante Fiera del bestiame del paese. Circa 200.000 tra cammelli, cavalli, buoi, pecore e capre verranno esposti e venduti. Per un primo contatto con la città ci immergiamo nel suo immenso e caotico mercato.. si commercia ogni cosa, persino la preghiera per una piccola bambina nata malformata, esposta come merce su un carretto ai bordi della strada. Scena straziante a tal punto da farmi seriamente vergognare di far parte del genere umano. Siamo pochezza mista a ignoranza.. di quella letale. Cerco lentamente di cancellare dalla mia mente questa scena raccapricciante focalizzandomi su quanto di magico e mistico ha da offrire questo luogo, facendomi travolgere dal fiume di gente che si dirige ai sacri ghat. Da qui i fedeli usano immergersi nelle acque sacre e, al ritmo di mistiche e rilassanti cantilene, pregano i loro dei. Candele, petali di rosa, incenso, mani giunte in preghiera portate al capo.. tutto contribuisce a ridarmi un po' di fiducia.. non so in che cosa realmente.. ma riesco, con un po' di difficoltà, a fare un sospiro.. Non è gioia la mia, ma commozione. Commozione per un popolo tanto ignorante e incomprensibile, quanto umile e commovente.

Giulietta